È stato un grande piacere raccogliere l’invito di Rod Snyder, Presidente dei Giovani Democratici Americani (YDA), e volare a San Antonio in Texas nello scorso weekend per portare il saluto dei Giovani Democratici Europei alla Convention degli under trenta di Obama, a suggello di una fruttifera cooperazione sviluppata nel corso di questi anni tra le due sponde dell’Atlantico.
Nella torrida città dell’Alamo, l’energia e la passione degli oltre mille delegati alla Convention degli Young Dems è stata a dir poco vibrante. Un festival di democrazia con stimolanti panel sulle nuove strategie comunicative e sulle tecniche elettorali più avanzate presentate dai guru della campagna di Obama. Nel contempo le sale del Rivercenter hanno ospitato svariati caucus: dalle minoranze ispaniche a quelle di colore, dalle donne ai veterani, dai network LGBT alle reti studentesche. Una palestra continua di dialogo e confronto per prepararsi alle prossime sfide elettorali ma anche e soprattutto per veder crescere una nuova generazione di leader. Come da tradizione a stelle strisce, tanti gli stand pronti ad offrire merchandising più disparato: bumper sticker per Hillary verso la Casa Bianca nel 2016 e Bill come First Gentleman o più comuni spille ‘Obamized’ o ancora le t-shirt che immortalano il famoso motto locale (rivisitato in salsa politica) Don’t Mess With Texas Democrats.
Nel corso delle sessioni plenarie si sono succeduti importanti leader e nuovi protagonisti della galassia democratica USA. Da Christine Pelosi, figlia di Nancy, che ha presentato il documentario ‘The Dream is Now’ sulla battaglia obamiana per il Dream Act che punta a legalizzare intere generazioni di immigrati altrimenti considerati dei fantasmi dal sistema statunitense. A Stephanie Rawlings-Blake, brillante sindaco di Baltimora e segretario del DNC, il partito democratico americano. Ma i veri mattatori della Convention sono stati i padroni di casa, i trentottenni gemelli Castro, espressione della nuova generazione dem ispanica che si è rivelata essenziale per confermare Obama alla Casa Bianca lo scorso anno. Joaquin, membro del Congresso, ha aperto i lavori confermando quanto vitale sia trasformare il Texas in uno stato blu (sarebbe un pò come strappare la Lombardia al centrodestra in Italia tanto per intenderci) assicurando di fatto ai democratici la Presidenza USA per decenni. Questo è il senso della copertina dedicata ai Castro e a Wendy Davis (la senatrice eroina) da Texas Monthly di Agosto che titola appunto ‘Game on’ rivelando come la partita sia di fatto aperta per questa svolta epocale. Quanto a Julian, il sindaco prodigio di San Antonio ha infiammato la serata finale della Convention dimostrando di avere tutte le carte in regola per incarnare la nuova leadership del paese. Non è un caso che Obama abbia scelto proprio lui l’anno scorso per il keynote speech alla Convention di Charlotte. Quel ruolo che lo stesso Obama ebbe l’onore di rivestire a Boston nel 2004 e lo lanciò spedito verso la corsa presidenziale nel 2008.
L’amicizia e la collaborazione transatlantica resta intatta ed è rafforzata dalla volontà di promuovere scuole di formazione incrociate: i ragazzi Americani ospitati da noi a Bruxelles e i nostri giovani a Washington per conoscere le loro istituzioni. Un sogno che potrebbe realizzarsi sfruttando forme di finanziamento innovative su cui abbiamo ancora molto da imparare dai nostri colleghi USA. Inoltre, Julian Castro ha accolto positivamente l’idea di realizzare un gemellaggio con Padova che, come è noto, ospita le spoglie di quel Sant’Antonio che ispirò gli spagnoli nel lontano ‘700 nel battezzare con il suo nome la città dell’Alamo. Si riparte così dalla terra dei cowboys e degli Spurs carichi di entusiasmo e con la certezza che essa sarà la fucina dei nuovi protagonisti democratici americani.